Eccoci alla prima tappa di questa nuova avventura chiamata Nutrisport on the Road.

Di che si tratta??? Se siete giunti sin qui dai miei social , già sapete, altrimenti ve lo spiego subito.

L’intento di questo progetto è quello di creare uno strumento di divulgazione scientifica riguardante la nutrizione, l’attività fisica e lo sport per promuovere l’importanza di un sano stile di vita.

Come saranno strutturati questi “diari di viaggio?” Semplice!

Ho deciso di recarmi, durante questo anno, in giro nell’Italia dei Borghi più belli, alla ricerca di piatti e soprattutto ingredienti tipici della tradizione, assaporarne le ricette originali per poi studiare delle giuste varianti, altrettanto deliziose, così da poterle gustare anche quotidianamente, magari anche se si è a dieta!

E lo sport come si coniuga? Bhe semplicissimo, lo stile di vita sano parte anche da qui.

Dalla voglia di scoprire i luoghi e le bellezze paesaggistiche in maniera lenta e rispettosa del territorio, andando alla scoperta di borghi, paesaggi, sentieri grazie a trekking, percorsi ciclabili, podismo e perché no, via mare.

E allora non resta che iniziare, inizia la nuova avventura di Nutrisport on the Road

oggi vi porto in Monferrato.

Monferrato tra Vitello Tonnato e Panchine giganti

Da quando ho scoperto questa regione del Piemonte, che si trova all’interno delle province di Asti e Alessandria, me ne sono perdutamente innamorata.

Questo territorio è rinomato per le colture viticole, famose in tutto il mondo, il tartufo e un’importante gastronomia che va dai primi corposi, come gli agnolotti al plin, i tajarin e la bagna cauda, fino al rinomato e gustosissimo Vitello Tonnato.

Nel mio week end on the road, ho deciso di pernottare e gustarmi una splendida cena al

Ristorante e Champagnerie A Casa di Babette, gestita dall’amica Laura, nel comune di Rosignano Monferrato. www.acasadibabette.it

Avevo già precedentemente avuto modo di gustare la sua salsa tonnata che viene utilizzata per comporre il famoso piatto, per cui ho deciso di ordinare come antipasto, proprio il Vitello tonnato.

Sarà lui oggi il protagonista del nostro primo racconto di viaggio di Nutrisport on the road.

Si tratta di una ricetta piemontese probabilmente nata nella provincia di Cuneo nel XVIII secolo come piatto popolare composto dagli avanzi della carne di vitello.

Il tonno all’inizio non era infatti presente; il nome, Vitel Tonnè, venne dato per dare lustro e nobiltà al piatto ricalcando i francesismi tanto in voga nel Ducato dei Savoia in quell’epoca. Tonnè infatti deriva dal francese Tannè, ovvero carne conciata.

Il Tonno verrà introdotto a fine ‘800 come si legge nell’opera del grande Gastronomo Romagnolo Pellegrino Artusi (si, proprio quello dei romanzi gialli di Malvaldi!!) la Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene

Egli indica di utilizzare “vitella di latte, nella coscia o nel culaccio”, condita con le acciughe e poi bollita “con due chiodi di garofani, una foglia d’alloro, sedano, carota e prezzemolo”. Tagliare poi la carne a fette sottili e tenerla “in infusione un giorno o due” in una salsa a base di acciughe, tonno sottolio, limone, olio e capperi. L’Artusi descrive la preparazione fredda, tipicamente estiva, mentre nella versione calda, tipicamente invernale, la carne veniva arrostita, affettata e servita con la salsa di cottura addensata. In entrambe le versioni non era presente la maionese che fu invece introdotta nel Novecento.

Tanto buono quanto calorico! Una porzione media da circa 200g (eh si la salsa pesa!!), preparata con girello di vitello, maionese, tonno, capperi e acciughe, apporta circa 800 kcal di cui 80g di grassi (8g di grassi saturi) e 24g di proteine.

Questi valori si possono però notevolmente ridurre se apportiamo qualche piccola modifica alla ricetta originaria così da poterla gustare anche più frequentemente e perché no, anche all’interno di un regime dietetico nutrizionale.

Siete curiosi??

L’aiuto ci viene infatti dal mondo vegetale, con una “falsa tonnatura” spesso utilizzata dai vegetariani e vegani; consiste in un altrettanto gustosa crema a base di ceci lessati e frullati con yogurt (anche di tipo vegetale), senape e capperi… Volete la ricetta??

La trovate nei ricettari creati per voi assieme a Sonia di inzuppo pensieri .

E ora che abbiamo parlato di cibo, bhe non ci resta che muoverci per smaltire, ma soprattutto per gustare con gli occhi e la mente le meraviglie che il Monferrato ci offre.

Ho deciso di rimanere nel territorio di Rosignano e percorrere un anello di circa 10 km di corsa tra sali e scendi, attraverso il paese fino al vicino comune di Cella Monte. (Trovate questo e molti altri percorsi trekking o cicloturistici, sul sito wikiloc).

La particolarità che potrete osservare camminando o anche correndo, tra i vicoli, è l’abbondante presenza della cosiddetta Pietra da Cantoni, una pietra da costruzione dell’età miocenica, formata da strati calcarei di origine marina e datati sulla base dei microfossili in essi contenuti. Non è difficile, infatti adocchiare tra le pietre che costituiscono le mura delle case, frammenti di conchiglie fossili.

In questa pietra venivano poi scavati a mano gli INFERNOT, piccole camere sotterranee senza luce né areazione utilizzate per custodire il vino imbottigliato.

Se siete dei ciclisti vi consiglio caldamente di provare il circuito degli infernot; sono stati infatti creati due percorsi ciclabili uno su strada da 75 km e 1300 mt D+ con continui saliscendi ma paesaggi mozzafiato e uno off road, per gli amanti della MTB da 48km. Vi consiglio sempre di scaricare le tracce gpx prima di mettervi in viaggio.

La mia corsa parte da Piazza Faletti a Rosignano, dove ho lasciato la macchina, proseguo per i primi km su asfalto tra le splendide case e costeggiando le mura del Castello, ammaliata dalla bellezza dei numerosi tratti panoramici e bel vedere.

Proseguo su strada sterrata risalendo la collina che porta fino a Cella Monte, attraverso il paese, tra i vicoli, le meravigliose case in pietra da Cantoni, L’ecomuseo fino alla Pieve di San Quirico. La supero e proseguo poi per un altro tratto sterrato.

Gli ultimi km sono tutti su strade sterrate, ma semplici da percorrere anche da camminatori. Verso la fine della mia sgambata, seguo le indicazioni per la chiesetta della Madonna delle Grazie, svolto a destra superando un’azienda viticola e seguo le indicazioni per la Big Bench n°41 , la Panchina Gigante Rosso Grignolino di Rosignano. Qui la foto è d’obbligo e la mancanza di altri turisti mi permette di gustarmi un momento di relax al sole ammirando il paesaggio davanti a me.

Gli ultimi 750 mt che mi separano dal parcheggio li percorro con la consapevolezza che questo progetto, Nutrisport on the road, mi darà tante soddisfazioni, ne sono certa!

Ci vediamo al prossimo tour,

Vi aspetto!


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